Corfu: Mount Pantokrator, Kanoni, Benitses, Palaiokastritsa, Lakones, Agia Kyriaki, Evropouloi
In this itinerary we suggest the traveler discover the beauties of Corfu, ideally walking next to Empress Elisabeth of Austria, known as Sisi, who deeply loved Greece, especially this island where she spent long holidays in search of that inner peace she seemed to miss at the imperial court of Vienna.
During her stays on the island, the empress loved going on long walks and excursions that the traveler may retrace through the diary pages of her Greek mentor and tutor Constantin Christomanos, who often accompanied her in her journeys. In Christomanos’ pages, the memories of his trips and walks with the empress acquire a fairy-tale dimension, where classical and Homeric echoes coexist with his heightened Romantic sensibility.
We may start our itinerary following the empress’ journey: on 15 March 1892 she left from Pula on the imperial yacht Miramar, sailing for Corfu together with her tutor Constantin. The journey across the Adriatic Sea is quiet – a nearly idyllic moment – as she tells her mentor:
La vita sulla nave è qualcosa di più che un semplice viaggiare. È una vita migliore, più vera. […]. È come trovarsi su un’isola da cui sono banditi tutti i fastidi e i rapporti umani. È una vita ideale, chimicamente pura, cristallizzata, in cui sono assenti i desideri e si perde il senso del tempo. Avere la percezione del tempo è sempre doloroso perché ci trasmette la percezione della vita. […]. La vita sulla nave è molto più bella di qualsiasi sponda. Le mete di un viaggio sono desiderabili soltanto perché tra noi e loro si frappone il viaggio. […] Sapere che devo presto ripartire mi emoziona e mi fa amare qualsiasi luogo. E così, ogni volta, io sotterro un sogno che svanisce troppo in fretta, per inseguirne un altro. (C. Christomanos, Elisabetta d’Austria nei fogli di diario di Constantin Christomanos)
On 17 March, the yacht reached the Ionian Sea and at dawn entered the narrow channel that opens between the northern end of Corfu and the Epirus mountains. The traveler, who still gets to the Ionian Islands by ship through the Adriatic Sea, may admire from the deck the landscape described by Christomanos:
I monti neri come pece, spiccavano sul pallido verde-grigio del cielo. Le rotonde colline rocciose della riva di Corfù erano coperte da una bassa sterpaglia, nera anch’essa, che si disegnava con incerti contorni su quel fondo scuro. Molti di quei cespugli dovevano essere in fiore, poiché di tanto in tanto arrivava alla nave un profumo intenso, come di miele frammisto, frammisto all’odore che esalava dalle rocce bagnate. Là dove le colline assopite erano cinte dal mare spumeggiante, si scorgevano macchie scure che facevano pensare a caverne insondabili. Una fascia appena increspata lambiva quietamente la riva sassosa, quasi la baciasse nel sonno. (C. Christomanos, Elisabetta d’Austria nei fogli di diario di Constantin Christomanos)
Mount Pantokrator catches Sisi’s eye: with its twin peaks that arch, it recalls the stance of a Greek statue. Approaching the island as the morning comes, the traveler, along with the beautiful empress, may observe the mountain tops that start sparkling at dawn, giving the landscape a mythological dimension.
Christomanos writes:
[…] un’atmosfera sovrannaturale fatta di rosea polvere d’oro, nella remota distanza e nel fulgore di una mitica età degli dei. Anche a non saperlo s’intuiva che qui era la patria della «dea dalle dita rosate» e di Febo dai bianchi destrieri. Poi le rose sono cadute sul torso di pietra del Pantokrator. (C. Christomanos, Elisabetta d’Austria nei fogli di diario di Constantin Christomanos)
The imperial ship proceeds towards Garitsa bay, a «lingua di terra tutta ricoperta di vegetazione», where during Sisi’s times “come da una cornucopia gli alberi e i fiori si rovesciavano sul litorale; aloe e palme levavano alte le loro chiome nell’azzurro”. Today a delightful promenade runs along this bay and offers a very evocative view that stretches from the Old Venetian Fortress to the lighthouse.
Photograph of Corfu Town R02.jpg: Marc Ryckaert (MJJR)derivative work: ויקיג’אנקי – This file was derived from: Corfu Town R02.jpg:, CC BY 3.0,
https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=31692771
Following this road, we may easily reach the nice 19th-century palace Mon Repos. It was built in 1826 with a neoclassical colonial style, as the residence of the British Lord High Commissioner of the Ionian Islands and hosted the empress for at least a year. Sisi used to swim near this spot of the island that she called “giardini di Alcinoo”. Here, there is a natural cave among the rocks that the empress considered her own “grotta di Calipso”.
Let’s continue to follow Sisi’s yacht that, after crossing Garitsa bay, heads for the bay where Pontikonisi island lies. According to an enduring tradition, it is “il porto feacico dove Odisseo s’imbarcò sulla nave veloce per far ritorno ad Itaca” (C. Christomanos, Elisabetta d’Austria nei fogli di diario di Constantin Christomanos).
The empress and her travel companion could not remain indifferent to such an evocative place. He describes it as follows:
Era un angolo appartato, come se facesse parte di un altro mondo, ancora immerso in un pallido sopore sotto un involucro di seta luccicante. Ma in mezzo alle acque assopite si levava un fascio di neri cipressi che cingevano una chiesetta bianca; e dove la rupe che reggeva i cipressi si tuffava nel mare, questo si tingeva di rosso per il riflesso dei rossi gerani. Quell’isola mi sembra il modello dell’Isola dei morti di Böcklin […]. Quei cipressi laggiù somigliano a sogni cupi, e i fiori rossi che si specchiano nell’acqua con i loro riflessi sono sacri a Persefone. (C. Christomanos, Elisabetta d’Austria nei fogli di diario di Constantin Christomanos)
Christomanos was not the only one to identify the Greek islet with the place portrayed by the famous Swiss Symbolist painter. Fantasies as well as literary and artistic echoes proliferated on Pontikonisi, which the Greeks prosaically called “Mouse Island”. Legend has it that the rock is the Phaeacians’ ship Neptune turned into stone as an act of revenge; further, according to others, it could be the islet where William Shakespeare imagined setting The Tempest.
On 17 March 1892 the imperial sloop lands at Benitses bay, near the village of the same name. Today, this pleasant hamlet, fourteen kilometers from Corfu town, is a popular tourist destination and an appreciated seaside resort due to its beautiful pebble and sandy beach. Among the wooded hills surrounding the area, the ruins of an ancient Roman villa are still visible.
Corfu, Achilleion
Author: No machine-readable author provided. Tasos Kessaris assumed (based on copyright claims). – No machine-readable source provided. Own work assumed (based on copyright claims)., CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1173278
Sisi’s residence lies in the southern part of Corfu island, between Benitses and Gastouri, at the top of a hill: it is Achilleion Palace, built at the end of the nineteenth century. The empress went there once landed with her faithful tutor Constantin, who dwells – in his diary – on the description of this Pompeian-style villa, which is a little kitsch today, but still able to attract many tourists thanks to its beautiful gardens and Sisi’s constant appeal.
Christomanos’ pages will lead us through the luxury spaces of this building:
Il palazzo è incassato nella montagna. Il lato anteriore ha tre piani, mentre sul retro vi è un unico piano che dà su un’ampia terrazza a giardino con alberi secolari. La facciata guarda sulla strada maestra che da Corfù porta alla spiaggia di Benizze attraversando il bianco villaggio di Gastouri e passando davanti al castello. Un alto muro bianco e la cortina fronzuta degli ulivi fanno da riparo contro gli sguardi indiscreti. […] Sulla strada si apre un grande cancello di ferro con la scritta «AXIΛΛΕΙON». Una rampa sale dolcemente verso il portico antistante il castello: poderose colonne sostengono l’ampia veranda dei centauri. Il secondo e il terzo piano rientrano in modo da lasciare spazio a due logge, a destra e a sinistra della veranda dei centauri, con la quale comunicano; (C. Christomanos, Elisabetta d’Austria nei fogli di diario di Constantin Christomanos).
Un peristilio accompagna il lato dell’edificio che si apre sul giardino pensile. La parte inferiore delle colonne è colorata di rosso cinabro; i capitelli, dipinti di azzurro e di rosso, con ricche dorature, si stagliano mirabilmente contro la parete retrostante, in rosso pompeiano, nella quale sono affrescati grandi medaglioni che rappresentano leggende classiche […] e paesaggi ispirati all’ Odissea. […] Di fronte a ogni colonna del peristilio è collocata una Musa di marmo, in grandezza naturale, con Apollo Musagete in testa. (C. Christomanos, Elisabetta d’Austria nei fogli di diario di Constantin Christomanos)
The statues – Sisi told to her friend – are supposed to be ancient, bought by Prince Borghese in Rome, who had to “vendere i suoi dèi” in order to avoid bankrupt.
The Achilleion gardens let the traveler enjoy an enchanting view, the same that impressed the empress of Austria. In Christomanos’ pages it is described as follows:
[…] il mare, che sembra quasi salire verso l’orizzonte, disegna sul marmo bianco una linea scura, color vino: una linea tracciata nell’immensità di segreti inespressi, aldilà di ogni comprensione…E ancora più alti si ergono nel pulviscolo dorato i monti violetti dell’Albania. Non lontano una fitta macchia di allori accentua la classicità dell’insieme. (C. Christomanos, Elisabetta d’Austria nei fogli di diario di Constantin Christomanos)
The entire building is centered on the symbolic and decorative subject of the Homeric hero Achilles. One of the empress’ favorite statues portrays dying Pelides. Characterized by a certain Romantic sentimentality and an intensified sculptural quality of the forms, the statue is located on one of the panoramic terraces overlooking the sea.
Elisabeth admits that she had dedicated her palace to the Homeric hero who “personifica l’anima greca, la bellezza del paesaggio e degli uomini. […] La sua volontà era l’unica cosa che avesse sacra. È vissuto solo per i suoi sogni, e per lui il suo dolore valeva più della vita intera”.
Leaving Achilleion, we may follow Sisi and her Greek tutor on an excursion along Corfu west coast, which still boasts the best beaches and villages in the island. On 20 March they headed for Palaiokastritsa, in order to visit a very old monastery that seems to rise in the middle of the sea, on a steep promontory connected to the island by means of a thin strip of land.
In Christomanos’ diary the monastery and the route taken are described in detail and we suggest the traveler follow it, ideally walking with Sisi.
The Greek tutor writes:
Non appena si abbandonano le strade carrozzabili, ci si addentra ogni volta nel sacro bosco di ulivi. Tutta Corfù è un immenso uliveto selvatico che cresce, oggi come secoli e millenni fa, sempre sulle stesse zolle, sempre vicino al respiro del mare. […] Camminavamo nella calda, fremente penombra, in mezzo a tronchi contorti che sembrano avere un’anima, […] d’improvviso, attraverso le fronde tremolanti degli ulivi, abbiamo indovinato un luccichio, ancora più inebriante dell’azzurro del cielo o dello splendore del sole che abbracciava gli alberi: il mare! – l’altro mare, quello occidentale, che non si vede dalla costa feacica dell’isola ma di cui si avverte sempre la vicinanza. Ben presto, da un’altura, lo sguardo si perde su una distesa senza fine, inverosimilmente azzurra, più azzurra del cielo, più azzurra di qualsiasi idea di azzurro, più beata di ogni beatitudine. (C. Christomanos, Elisabetta d’Austria nei fogli di diario di Constantin Christomanos)
Here it is possible to see the Monastery of Palaiokastrìtsa, whose name means “Quella (la madre di Dio dell’antico castello” (…), with reference to the old Byzantine kastron nearby: the Angelokastron, the most western fortress in Corfu.
Christomanos’ narrative proceeds:
Il monastero – un complesso di piccole costruzioni antiche, strette l’una all’altra sotto uno stesso involucro di intonaco bianco e sovrastate da una cupoletta rotonda di tegole, un piccolo cortile lastricato e, infondo a questo la chiesa con la porta spalancata. […] In fondo alla chiesa, un’antichissima iconostasi di legno con la doratura tutta annerita. Davanti alle cupe immagini dei santi, di cui si distinguevano appena gli occhi bianchi in mezzo ai grandi anelli delle aureole, lumini a olio verdi e rossi ardevano dentro lampade d’argento appese a catene. Le loro fiammelle, perdute in un sogno, si affievolivano a tratti per rianimarsi subito dopo. C’era un forte odore di ceri spenti, di vecchio legno tarlato, di polvere e muffa. In nessun altro luogo si aveva così netta l’impressione di essere trascinati indietro nel passato dell’anima. (C. Christomanos, Elisabetta d’Austria nei fogli di diario di Constantin Christomanos)
Let’s leave the monastery and its Byzantine icons behind and continue our itinerary, following Sisi and her travel companion on their trip to Lakones, located on a mountain close to Palaiokastritsa holy building.
In Christomanos’ diary this picturesque village is described as follows:
In alto, verso la metà del pendio rivestito di ulivi e cipressi, abbiamo visto il villaggio di Lakones – quasi un filo di perle bianche –, dietro il quale le rocce salgono ancora, costellate di fiori gialli e viola, a formare delle coppe rotonde come seni nudi. Il villaggio di Lakones è un insieme di povere casupole d’argilla imbiancate a calce e abbarbicate alle rocce come nidi d’uccello saldati tra loro. Sui tetti a terrazza garofani e gerani fiammeggiano dentro cassette di legno; davanti alle porte, tra pilastri segnati dal tempo, stanno accovacciate donne di rara bellezza; qua e là grassi maiali si godono il sole sulla strada; (C. Christomanos, Elisabetta d’Austria nei fogli di diario di Constantin Christomanos)
After having a walk across the roads of this village, which preserved its old authenticity, and a break in its cafés or craft shops, we suggest the traveler another itinerary the empress enjoyed in Corfu.
This path starts in Gastouri village, near Achilleion, and heads for the hill of Agia Kyriaki, “l’unico luogo in cui tutto mi piaccia davvero – Elisabeth tells – qui potrei persino venire meno ai miei princìpi e fermarmi per sempre”. It is a pleasant twenty-minute excursion, with various panoramic spots. At the end of the walk, mostly among lush vegetation, you get to a small chapel built at the top of the hill, where you may enjoy a wonderful view of the island’s eastern coast and the picturesque Pontikonisi.
Finally, we may finish this itinerary across the island places dear to Empress Elisabeth of Austria, by visiting Villa Kapodistrias, which today is a museum dedicated to Ioannis Kapodistrias, a politician and diplomatic who became the first governor of the independent Greek state in 1828. The beautiful residence of the Greek national hero is not far from Corfu town, about ten kilometers from the centre, in a village called Evropouloi.
To get there, Sisi and her faithful tutor Constantin had to walk for hours – as they used to – through orange groves and olive trees. Christomanos writes:
Il mare splendeva nel sole ed era coperto di schiuma. Mugghiava stentoreo, senza riprendere fiato. […] Nella Villa Capodistria – l’antica proprietà del conte Capodistria, che fu il primo reggente greco, una residenza di campagna in stile veneziano, molto segnata dal tempo – ci sono venuti incontro il fattore e sua figlia. Una gigantesca magnolia, carica di calici di un lilla pallido, dava ombra al cortile. Due cipressi montavano la guardia davanti alle persiane verdi di una finestra chiusa. Il giardino era inselvatichito, invaso dalle confuse malinconie di piante avvezze a cure assidue per decenni e ormai lasciate a un solitario rigoglio. Dalla casa in gran parte disabitata, dal cortile col suo acciottolato a mosaico, dal giardino spirava l’ineffabile poesia dell’abbandono. (C. Christomanos, Elisabetta d’Austria nei fogli di diario di Constantin Christomanos)
This garden, which is still one of the main attractions of the Kapodistrias Museum we suggest visiting, has something in common with the melancholy of the beautiful empress, who has become the icon and “simbolo di un mondo condannato”, as E. M. Cioran writes.
Now we may leave this place and say goodbye to Sisi, hoping this itinerary has allowed the traveler to discover “i segreti delle montagne e delle onde […] i legami profondi tra gli uomini e le rose e i sogni” (C. Christomanos, Elisabetta d’Austria nei fogli di diario di Constantin Christomanos), thanks to the walks proposed across this magic island, just as Christomanos did.